History

Alexandra Mazzanti è fondatrice, direttrice e curatrice della Dorothy Circus Gallery. Nata nel 1978 a Roma, Alexandra è cresciuta circondata dall’arte e dalla creatività in ogni sua forma.

Discendente dalla Famiglia Hercolani di Bologna per parte paterna, Alexandra Mazzanti eredita giovanissima le prime opere, avvicinandola alla pittura del Settecento e dell’Ottocento, sempre sotto la guida attenta ed esperta della madre Maddalena Di Giacomo, pianista, collezionista d’arte, editrice specializzata in Danza e Teatro, che le ha trasmesso la passione per l’arte in ogni sua forma ed espressione.

Cresciuta ascoltando Brahms e Rachmaninov, Alexandra si innamora della collezione di ritratti femminili di famiglia e inizia a delineare una la sua personale ricerca tra i legami e le narrazioni estetiche legate al periodo romantico e rinascimentale, sviluppando la sua immaginazione e nutrendola di storie, dipinte e scolpite, che collegano la natura umana con la letteratura, la poesia, il cinema e allo stesso tempo la nostra psiche.
Dopo aver ricevuto una formazione classica, si trasferisce a Venezia dove viene subito affascinata dal panorama artistico veneziano, in cui si troverà direttamente coinvolta lavorando come assistente di studio presso scultori e pittori, maturando così una poliedrica esperienza di prima mano nel mondo dell’arte.

Dopo il suo ritorno a Roma, Alexandra ha continuato a lavorare con diversi promettenti giovani pittori e scultori. Grazie al suo gusto ricercato ed eccentrico per l’interior design e ad un senso estetico unico – che si rifletteva già anche nella cura degli interni della sua abitazione, è stata invitata a prendere parte all’allestimento e messa in scena di importanti spettacoli teatrali, lavorando come scenografa e fotografa di scena per la compagnia di Danza “il Balletto di Milano”, progettando scenografie per spettacoli di danza andati in scena al “Teatro Olimpico” di Roma e al “Teatro Bolshoi” di Mosca, tra cui gli acclamati “Alice Around Pink Floyd” e “Una Rosa per Georges Donn”.

Mercato d’Arte

Fortemente coinvolta nella scena artistica internazionale, Alexandra accresce la sua collezione privata e nel frattempo ospita “saloni d’arte2 ​​nella sua casa romana , dove mette in mostra il lavoro degli artisti a lei più vicini.
Ed è allora che inizia il suo percorso come Agente di Artista, offrendo un concreto supporto agli artisti, per promuovere la loro ricerca e vendere le loro opere. Questa opportunità le ha permesso di viaggiare e studiare i diversi mercati dell’arte, nonché di scoprire e innamorarsi di nuovi movimenti artistici, in particolare della scena artistica underground di Los Angeles, dove ha notato per la prima volta che quell’arte figurativa, pervasa da una sfumatura surreale e una ricerca artistica più profonda era ancora molto viva, al contrario della tendenza in voga in Europa ancora fortemente orientata alla sopravvivenza degli immaginari astratti o minimalisti degli anni ’70 e ’80.

“I’ve made a choice which is to line up a sentimental gallery rather than a commercial gallery the artwork I select is not entertainment but rather a window open on looking over the most personal emotions.”

Viaggi e scoperte: il surrealismo pop

Il periodo trascorso negli USA, tra il 2004 e il 2005, le ha permesso di conoscere il dinamismo dell’Arte Contemporanea d’oltreoceano, e in particolare il Pop Surrealismo. Questo movimento la attrae particolarmente per i suoi riferimenti a codici pittorici che riecheggiavano quelli del XVIII secolo, abbinandosi perfettamente all’estetica della sua formazione classica.
Ciò che è ancora più affascinante è che lo stesso fermento artistico e la stessa sperimentazione erano presenti anche in Italia a quel tempo, sebbene isolati e soffocati, mentre in America questo nuovo linguaggio, esplorativo e sperimentale, riusciva a sbocciare e a guadagnare rapidamente terreno, muovendosi controcorrente rispetto ai movimenti astratti, minimalisti e concettuali del tempo.

Alexandra ha individuato nei codici visivi dei Pop Surrealisti americani un “file rouge” che collega, in un dialogo sentimentale, la storia dell’arte, in particolare del 700 e 800, con quella contemporanea, elaborandone le connessioni con la musica, il cinema, le nuove tecnologie e la cultura pop. Stava nascendo un nuovo percorso sperimentale, che portava gli artisti a liberare l’immaginazione e il conseguente “prodotto” artistico su inediti, elaborati e visionari percorsi della psiche, con l’intento di esplorare il linguaggio del sentimento umano, indagando i motivi simbolici e i codici emotivi della storia dell’arte, per esprimere la loro prospettiva sull’esperienza contemporanea.

Simbolo principe tra i codici rappresentativi di questo linguaggio è la riproduzione dell’occhio, uno dei simboli più antichi e tra i più utilizzati dall’artista pop surrealista per riconnettersi con il passato. Pittori come Margaret Keane, Mark Ryden e Fatima Ronquillo sono infatti visibilmente ispirati dagli antichi capolavori e dalla loro iconografia, utilizzando i Lover’sEyes di epoca Georgiana, preziose miniature dell’occhio della persona amata di cui si teneva l’identità segreta.

Le numerose visite di Alexandra a New York City e Los Angeles le hanno dato l’occasione di familiarizzare con la scena del Pop Surrealism e studiare l’origine del Big Eyes Movement lanciato da Margaret Keane e sviluppato da Mark Ryden, tracciando parallelismi con le scene artistiche underground veneziane e romane. Durante i soggiorni negli Stati Uniti, Alexandra ha incontrato i collezionisti, i mercanti d’arte e gli artisti leader del movimento artistico che stava riportando in scena la pittura figurativa, tra cui il gallerista “prime mover” Jonathan LeVine, con cui stringe una duratura e proficua amicizia. È in questo periodo che decide di iniziare attivamente ad approfondire il suo coinvolgimento con l’arte figurativa contemporanea, aggiungendo alla sua collezione importanti opere di Mark Ryden, Marion Peck, Joe Sorren, Miss Van, Travis Louie, Camille Rose Garcia, Ron English, Alex Gross, Ray Caesar, Esao Andrews, Jonathan Viner, Tara McPherson e molti altri.

“I believe art curating is a mission that requires being aware of the psychological power of the artistic language, and being aware of the revolution that comes with it.”

Missione Arte e Ricerca Curatoriale

Nel 2007, a seguito della sua avventura negli USA, Alexandra compie il grande passo e decide di aprire a Roma, insieme a sua madre Maddalena di Giacomo, la Dorothy Circus Gallery, il primo spazio italiano d’arte contemporanea incentrato sul Pop e Neo-Surrealismo e sulle nuove espressioni di arte figurativa, ispirate da l’iperrealismo e dal realismo magico.
L’arte figurativa contemporanea stava sviluppando un nuovo linguaggio caratterizzato da un profondo sentimentalismo e una nuova poetica, ed Alexandra si è subito posta la missione di proteggerlo e portarlo all’attenzione di un vasto pubblico, in antitesi con l’opinione “negativa” espressa dai maggiori critici italiani e internazionali
Grazie ad una attenta e appassionata ricerca di tendenze di matrice simile presenti a livello internazionale, nell’ambito dalla Street Art Newyorkese, dll’Asian Pop e del Nuovo Surrealismo Californiano, Alexandra ha focalizzato la propria attenzione sulla nuova generazione di artisti che hanno costruito e

strutturato la propria identità creativa attraverso una ricerca consapevole e un colto simbolismo emozionale, rimodellando la storia dell’arte in tutte le sue forme. Rivolgendosi ad un pubblico audience sempre più internazionale, questo cambiamento che è stato possibile anche grazie ai rapidi progressi tecnologici, alla globalizzazione in continua crescita e all’affermarsi delle “comunità” virtuali online.
Man mano che il mondo diventava meno sensibile agli schemi ripetitivi e astrusi dei codici minimalisti. ormai incapaci di riflettere le esigenze di una società nuova, si faceva più forte l’esigenza di un vocabolario visivo rinnovato, elaborato e ampio, capace di descrivere e rappresentare la complessità e la bellezza del sentimento contemporaneo.

Per Alexandra questa esigenza è stata colmata dai maestri dal Pop Surrealismo, movimento responsabili in primis di aver aperto la strada al ritorno di una pittura figurativa di ispirazione surrealista, arricchita da un mix di sfumature e dettagli onirici ricchi di intenti spirituali e pervasi da un simbolismo animista, che si è fatto amare e riconoscere grazie a un’iconografia pop.
Del tutto innovativa, ma al tempo stesso fortemente legata alla tradizione della pittura classica, l’arte figurativa del terzo millennio riconduce a quella fitta rete di felicità e dolore capace di collegare l’umanità e permette il riconoscimento di sé nell’altro come autentico “principio di amore”.
È su queste basi e convinzioni che Alexandra ha fondato Dorothy Circus Gallery, con la chiara missione di portare la nuova e sublime pittura contemporanea sotto le vesti del Surrealismo pop, dell’Asian pop e della Urban art, nella scena artistica italiana e portare così le storie e le emozioni del pubblico contemporaneo ad avere un ruolo nell panorama dell’ arte figurativa.

I tre movimenti del Surrealismo pop, dell’Asian Pop e della Urban Art diventano così largamente contaminati e interconnessi, così da sfuggire infine alla loro definizione originaria, arrivando invece a confluire in quello che oggi si può definire semplicemente Figurativo Contemporaneo.

Dall’apertura della Dorothy Circus Gallery, Alexandra ha sempre lavorato come unica e sola direttrice e curatrice, selezionando e producendo personalmente tutte le mostre in programma negli oramai quasi 15 anni di attività della galleria. Dal 2007 ad oggi, tra Roma e Londra, Alexandra si è dedicata alla realizzazione e promozione di centinaia di mostre. La Dorothy è stata promotrice e protagonista di diversi importanti progetti istituzionali. Tra questi “Pop Surrealism, What a WonderFool World”, al Museo Carandente di Spoleto (26 giugno-16 ottobre 2010), è stato il primo evento in Italia dedicato esclusivamente al Pop Surrealismo americano e internazionale, attraverso l’esposizione di oltre 80 opere. Altre rilevanti mostre museali sono state “Pop New Pop” al MACRO (Roma 2012) e la collettiva istituzionale “Lacrima Aquarium”, curata in collaborazione con Giorgio de Finis, alla Casa dell’Architettura Acquario Romano (2014).

“Da segnalare inoltre la mostra “I guai con gli angeli”, retrospettiva sulla lunga carriera di Ray Caesar, leader indiscusso dell’arte digitale, curata da Alexandra Mazzanti a Palazzo Saluzzo, Torino, che ha poi portato alla conferenza interdisciplinare “Talk with Ray Caesar”, in partnership con il Comune di Roma.
Alexandra ha inoltre collaborato con la casa editrice Drago per varie pubblicazioni bibliografiche sul Pop Surrealism, sulla Dorothy Circus Gallery, le sue mostre ed i suoi artisti, e ha curato la monografia esclusiva dell’artista giapponese Kazuki Takamatsu dal titolo “Hello Here I Am”.

“The work of art is, to me, an open investigation reflecting the mystery of the human mind able either to connect us to keep us together or to divide us, as art defines us and in art, we cannot lie. So my philosophy as an art curator is to bring on stage what moves us to wonder what can be timeless and still mirroring the present while understanding the past and anticipating the future “

Linguaggio Femminile e Progetti Sociali

Con gli anni Alexandra è diventata sempre più coinvolta nella presentazione di artisti la cui espressione ruota attorno alla rappresentazione delle fragilità e in particolare, in quanto donna, madre di tre figli e al tempo stesso imprenditrice, Alexandra dedica una speciale attenzione al tema delle femminilità/maternità e alla sensibilizzazione sulle questioni sociali più urgenti ed attuali.
Alexandra ha approfondito la ricerca del linguaggio “femminile” inteso come strumento di narrazione utilizzato sia da artiste donne che da artisti uomini. L’ “avatar” femminile incarna qui la sensibilità, e si presta perfettamente per trasmettere con immediatezza e forza i temi della “protezione” e della “cura”.

Le mostre da lei curate si sono concentrate sul ritorno della voce femminile nella pittura, che sia essa il soggetto principale della proposta espositiva o solamente la voce narratrice, portando in scena artisti che dedicano la loro arte alle delicate tematiche dello sviluppo sociale, dell’immigrazione, dell’ inclusività razziale e di genere, elevando anche consapevolezza sulla vita sostenibile in un mondo in rapida evoluzione.

Il percorso del linguaggio femminile, nato dal silenzio e dal divieto di “esprimersi” in società, durato fino alla metà del secolo scorso, si è evoluto figurandosi talvolta quale “ricamo” sentimentale, gestito all’insegna della complicità e dell’unione tra le donne, caratterizzato da sfumature che mirano alla condivisione e al creare un legame profondo, prodotto di strati su strati di immagini e pensieri elaborati e raccolti nella mente.Il suo impegno curatoriale è sempre stato volto a dare uno spazio alle donne artiste più sensibili e dotate, per decostruire e ricostruire l’identità sociale femminile sotto una nuova lente.

Di assoluto rilievo è la collaborazione con l’artista iraniana Afarin Sajedi, che ha esposto per la prima volta in Europa proprio a Roma, a Palazzo Valentini “Inside Her Eyes’, Roma nel 2012, e il cui lavoro è incentrato nell’esprimere la frustrazione per le violenze e le censure che continuano a soffocare le donne, in particolare in alcuni aree geografiche, e ne impediscono l’emancipazione e l’affermazione sociale.

Un’altra mostra di rilievo è stata la collettiva “Mother and Child”, tenutasi in contemporanea alla DCG Roma e alla DCG Londra nel 2019, incentrata sul tema della maternità, che partendo dall’insito senso di forza generatrice e conservatrice identificabile nell’iconografia femminile con Madre Natura, si schiera a difesa del riconoscimento del ruolo e dell’importanza di una sensibilità maschile spesso sottovalutata, riportando l’attenzione sulla Famiglia intesa nella sua completezza, e sulla responsabilità Paterna nella “trasmissione dell’amore”

La battaglia personale di Alexandra per l’uguaglianza sociale l’ha portata a essere coinvolta anche con i movimenti di Street Art e Graffiti, partecipando a numerosi progetti sociali, come “Spray for Your Rights”, “Cross The Streets” e il più recente “Color For Action”.

“I am art researcher so always exploring further the art history and the contemporary languages at the same time I’m letting the doors open to the art culture, trying to explore the new, the impact, the change”

Futuro Passato

A seguito dell’apertura della sede Londinese della Dorothy Circus, Alexandra si è dedicata con particolare attenzione ad un approfondimento del vasto panorama asiatico del contemporaneo figurativo, storicamente legato alla scuola di Yoshitomo Nara, con un costante scouting di nuovi e sorprendenti talenti. Paesi come la Cina, il Vietnam, la Thailandia ed il Giappone sono assolutamente la “nuova frontiera” per un presente ed un futuro dove il figurativo torna al centro dell’arte.

Originalità e creatività sono i due principali parametri su cui Alexandra basa la sua ricerca curatoriale, privilegiando gli artisti che riescono a fondere armonicamente gli elementi di evoluzione e di avanguardia con la ricca e imprescindibile tradizione dell’arte cosiddetta “classica”.

Alexandra è da sempre affascinata dalla coerenza e dalla connessione, il filo conduttore che lega il passato al presente, poiché anche durante l’innovazione è necessario rimanere fedeli alle tradizioni.

La sua apertura all’arte asiatica l’ha portata ad esporre, nel corso degli anni, i talenti più promettenti e stimolanti delle avanguardie dell’Est del mondo. Questa attenta ricerca è culminata in una delle principali mostre collettive della Galleria: “House of The Rising Light”, nel 2020, dove Alexandra ha portato in scena un linguaggio visivo profondamente connesso – e ispirato – alle radici culturali storiche ed eterogenee del continente asiatico, plasmando una nuova percezione sovversiva del contemporaneo.

Nel prossimo futuro l’approccio di Alexandra si concentrerà sempre più sull’esplorazione dei grandi cambiamenti nell’arte contemporanea, guidati dalle nuove generazioni, invitando i visitatori a riflettere profondamente sul significato di un’esperienza artistica e culturale universale, per una “comunione” che possa contribuire cambiamenti positivi nel mondo.

Alexandra Mazzanti è una gallerista di prima generazione e nel tempo ha lavorato per agitare le acque della tradizione artistica, stabilendo un nuovo modo di essere Donna e curatrice. Il suo obiettivo finale è quello di lasciare un’eredità di ricerca artistica, attenta e alternativa, fatta con sentimento e con particolare attenzione ai temi della sensibilità, della fragilità e della bellezza, temi che si ripetono nel tempo e travalicano ogni limite culturale.

ADVISORY SERVICES

Essendo lei stessa Collezionista e Consulente d’Artista sin dagli esordi, Alexandra Mazzanti è in grado di comprendere profondamente lo spirito del collezionista cosi come quello dell’artista e approfondire il legame tra l’origine dell’opera d’Arte e la sua Fruizione. L’approccio sentimentale che AM ha con l’Arte si riflette sia nel rapporto che ha con la sua clientela sia  nella sua expertise. Ha una conoscenza approfondita e professionale del mercato dell’arte contemporanea e, anticipandone sempre le tendenze, è sia in grado di scoprire artisti di talento in ascesa e artisti famosi per valorizzare le loro carriere offrendo mostre stimolanti e per collocare le più promettenti opere d’arte in arte prestigiose collezioni.

AM va oltre la sua esperienza e mira a condividere emozioni basate su affinità elettive. Sente un legame con i collezionisti che portano l’arte nelle loro case, indipendentemente dal fatto che l’arte sia stata acquisita dalla sua galleria o meno, come se avesse appena intrapreso un viaggio insieme a loro. Per Alexandra, condividere l’esperienza del collezionismo d’arte è come conoscersi da sempre. Siamo tutti collegati da un sentimento segreto che rimane intangibile e crea il legame speciale che è possibile solo  attraverso la condivisione dell’esperienza artistica. Un artwork ha il potere di connetterci tutti in modi diversi, rendendoci non più estranei, ma amici con ricordi condivisi. Questo è il motivo AM seleziona con molta attenzione gli Artisti per il programma della galleria e per la tua collezione personale come se fosse per la sua.

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